Tré Cool: “Siamo i fottuti Green Day, ci riconoscerai sempre” – Nuova Intervista
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Modern Drummer Magazine ha intervistato in ESCLUSIVA il batterista dei Green Day, Tré Cool, parlando con lui di molti degli aspetti della storia della band, al processo creativo di Revolution Radio rivelando anche qualche aneddoto inedito e molto interessante.
Così senza tempo come è la musica dei Green Day, lo è anche il loro batterista Tré Cool. Ora che possiede la saggezza fornita dal tempo, Cool non ha rallentato, è cresciuto – ha un sound più ambio, equilibrato e pericoloso. Dopo oltre venticinque anni, continua a gioire alla batteria, continua a gloriarsi nella magia dei grandi del punk rock. La personalità di Cool è una parte importante della storia dei Green Day. Cresciuto in una comunità di montagna dove dormiva in una tenda ed utilizzava delle latrine per i suoi…bisogni, Tré non ha fatto la sua prima telefonata fin quando non ha avuto quattordici anni. All’epoca suonava già la batteria nei The Lookouts, un trio punk rock, dove si possono ascoltare le radici dei Green Day. Sulla cresta dell’onda del successo di Revolution Radio, che ha debuttato al numero uno negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in molti altri paesi, Tré Cool, con il suo comportamento positivo e sbeffeggiante, non mostra segni di rallentamento nei suoi 44 anni. E la band continua ad espandere i suoi orizzonti, recentemente sono stati i produttori esecutivi del documentario Turn It Around: The Story of East Bay Punk , diretto e prodotto da Corbett Redford.
“È un film grandioso’’. dice Cool. “Abbiamo intervistato tutte le persone dalla scena. Non è affatto un film sui Green Day. Siamo sicuramente parte di esso, perché abbiamo avuto molto a che fare con la storia. Ma abbiamo Metallica, Guns n ‘Roses, e Jello Biafra – ed è narrato da Iggy Pop. ”
Parlando di Revolution Radio, di come è nato e di come si è sviluppato l’ album ha dichiarato: “Abbiamo registrato Revolution Radio, dopo una pausa piuttosto lunga. Billie [Joe Armstrong] ha realizzato le demo di alcune canzoni. È lui stesso anche un bravo batterista. Inizia a scrivere la parte di batteria di una canzone e poi passa ai riff di chitarra, pensa alla melodia, e mette tutti i pezzi della canzone insieme. Crea queste eccezionali demo e le passa a me ed a Mike [ Dirnt, bassista ]. Nove volte su dieci ci lascia di stucco. Poi impariamo anche noi le parti musicali, e ci lavoriamo sopra come una band.
Per quanto riguarda il sound della sua batteria nell’album: “Abbiamo deciso di non tornare al nostro studio di Jingletown a Oakland; siamo stati lì per anni. Ci siamo sentiti come se avessimo usato già tutto il suo charme. Così Billie ha costruito un nuovo studio. Non crederesti a quanto è piccolo. Billie ha chiamato il posto ‘Otis’.
Nel bagno abbiamo un microfono che spacca il culo. Avevamo un altro microfono vintage nel corridoio. Quando suonavo la batteria, lasciavamo tutte le porte aperte. Al piano di sopra c’è un soggiorno, ed una scala che lo raggiunge e l’abbiamo usata come camera di risonanza. Avevamo un totale di sette microfoni per la batteria, per catturare tutto quello che riuscivamo.
E questa volta, Tré Cool è stato il tecnico della batteria di se stesso: Sì, ho fatto tutti i miei drum teching da solo per questo disco. Ho cambiato tutte le pelli del tamburo, ho fatto tutto il mio tuning. E ‘stato molto lento come processo! Ma una volta che abbiamo iniziato a registrare, non mi ci è più voluto molto. Solo un po’ di tempo per ogni canzone, e poi c’eravamo.
Kenny Butler, il mio tecnico della batteria di lunga data, è andato in pensione. Ed il mio altro riferimento, Mike Fasano, aveva i suoi concerti con i Tiger Army, Dio lo benedica. Non volevo nessuno di nuovo. È una situazione così intima. Il nostro ingegnere, Chris Dugan e io abbiamo lavorato insieme per ottenere i suoni della batteria che volevamo.
Ora ho finalmente trovato un tecnico fantastico: Nathaniel Mela. Sono veramente felice di Nathaniel. Ho lavorato con Kenny Butler per venti anni e spero che Nathaniel sia anche a lungo termine. Ai festival suoniamo per oltre due ore e mezza, e se qualcosa non funzione come dovrebbe, potresti anche farti del male. Ma Nathaniel gestisce tutto. Spacca.
E cosa rende i Green Day così senza tempo? La risposta per Tré è davvero semplice: Penso che abbia a che fare con le nostre radici. La comunità punk rock della East Bay è grandiosa. Tutte le band a cui ci ispiravamo, non stavano cercando di diventare delle rock star. Volevamo fare le nostre cose e suonare e siamo diventati sempre più grandi e le persone hanno notato che eravamo diversi. Abbiamo iniziato ad essere pagati con soldi. E’ grandioso – sapevamo che avremmo potuto mangiare e pagarci l’affitto. Ci siamo permessi un tour bus. Le cose sono diventate un po’ più confortevoli rispetto a prima. Ma non avevamo bisogno di qualcosa in più.
E la band non si pone obbiettivi, l’unica cosa che conta è suonare…e farlo con passione: Una cosa che abbiamo sempre avuto come un mantra è: fare musica che suonerà bene tra venti e trenta anni. Le canzoni ti ricordano un determinato momento della tua vita. Abbiamo sempre solo voluto fare musica che ci possa rendere felici. Se ispira un bambino a prendere una chitarra o una batteria, allora meglio ancora. Quasi ogni giorno qualcuno che incontro per la prima volta dirà: “Ho iniziato a suonare grazie alla tua band”. Per noi questo è un successo. Sproniamo le persone e manteniamo la gente interessata alla musica ed al rock.
I Green Day sono dei puristi del punk? No. Possiamo scrivere una canzone pop, ma suonerà sempre come qualcosa dei Green Day. È una cosa nostra. Non cerchiamo di farla. Quando suono la batteria, Billie la chitarra e Mike il basso…siamo i fottuti Green Day. Lo senti e lo sai. . È un’impronta digitale musicale. Se volessimo cambiarlo, potremmo. Ma fortunatamente ci piace, e continuiamo a essere motivati e ispirati l’un l’altro.
Questo era solo uno stralcio dell’intervista. Potete leggere la traduzione INTEGRALE, sulla nostra pagina Facebook: Green Day Italian Rage And Love